È tutto: la preparazione di una bella cena (magari di pesce), la cura, la manutenzione, la lettura di un buon libro, le chiacchiere, l’attesa del passaggio di un fronte temporalesco…
Il tempo passa stando al sicuro in un porto o in una baia ben ridossata, godendosi uno splendido sole o rinfrescandosi facendo una nuotata nelle acque smeraldine della Sardegna.
Per me la sensazione più bella è quel senso di serenità che mi regala l’ancora che fa testa nella tranquillità di una baia, alla fine di una lunga navigazione.
È in quei momenti che finalmente mi assale la dolcezza e la malinconia del tempo ritrovato.
Il tempo ritrovato è nelle piccole cose: nel riflettere in silenzio, nei piccoli gesti che lo rendono pieno ma in maniera nettamente diversa da come solitamente siamo abituati a vederlo e a misurarlo. Avere il tempo per se stessi senza far nulla, senza avere una meta ben precisa, lasciando che siano il vento ed il mare a suggerirti dove andare, con la barca e con i pensieri.
Molte volte ci sembra di sprecarlo facendo cose che non ci gratificano, che non ci piacciono e che ci rincorrono, ed anche per questo credo ci sia la necessità di renderlo di nuovo “intero”. Siamo troppo abituati a dividerlo, segmentarlo in ore e minuti, in preoccupazioni e angosce, e forse abbiamo dimenticato che da piccoli passavamo intere giornate a giocare facendoci trasportare dalla fantasia, avvertendo il suo passare solo al sopraggiungere della sera o quando un genitore ci avvisava che era arrivata l’ora di rientrare in casa o all’ arrivo di una pioggia improvvisa.
Ecco, avevamo una pura concezione anche atmosferica del suo fluire.
Forse, tra le cose che amo di più della vita in barca, c’è proprio la sensazione di guardare il tempo che passa nella sua interezza con la convinzione che sto facendo quello che realmente mi piace.
La vacanza in barca a vela è un mix di sensazioni a partire dal momento in cui affrontare le giornate, passando per situazioni di relax assoluto, fino alle emozioni portate dalle veleggiate: quella più intensa per raggiungere un’altra isola, quella più lontana, quella con la spiaggia bianca e il mare azzurro.
Oppure partendo dall’ Isola di La Maddalena, guardando Caprera allontanarsi, per raggiungere il capolavoro naturale della Spiaggia Rosa di Budelli, ed ancorare infine tra Razzoli e Santa Maria.
L’acqua è talmente trasparente che sembra non esserci, così come sembra non esistere il tempo, finché non arriva la luce rossa del tramonto, accende di colore il granito ed è tempo di fare l’ultimo bagno avvolti dal Manto della Madonna.
Alla sera c’è chi sente la stanchezza del vento di Maestrale, chi il sole potente della Gallura ancora caldo sulla pelle, chi invece è pronto a selezionare canzoni e preparare l’aperitivo per tutti, chi vuole riflettere in solitudine a prua, chi vuole cantare, chi si abbandona alla curiosità di conoscere meglio gli altri membri dell’equipaggio di una vacanza che si spera rimarrà indimenticabile.
Tra le cose che ha detto Bernard Moitessier, tra i più grandi della vela d’altura, ce n’è una che mi ha sempre colpito:
“È il destino del marinaio quello di essere sempre inquieto perché pensa che là, dietro alla linea dell’orizzonte, debba trovarsi ciò che sta cercando”.
Credo che l’essenza della vita in barca vela porti a una grande spinta: essere curiosi il più possibile e ritagliarsi il tempo per andare a vedere cosa c’è dietro la linea di quell’irraggiungibile orizzonte.
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