La leggenda di Torco il principe del mare.

Marsail La Leggenda Di Torco 01

Torco, il principe del mare.

Quando si naviga nelle smeraldine acque dell’Arcipelago della Maddalena, si sente la natura farsi potente attorno.

Il vento lieve spesso si fa fortissimo e quasi violento, l mare liscio e trasparente si increspa e si agita nel moto ondoso.

La prua della barca si fa lama per tagliare il mare e ci vengono in mente le storie che quel mare deve aver vissuto.

Il granito rosa che di giorno è incorniciato dalla macchia mediterranea, la sera si staglia illuminandosi di un rosso vivo, caldissimo.

Tutto ciò che è attorno a noi ci parla di natura ma anche di uomini e di miti, come avviene con la leggenda di Torco

La leggenda di Torco

Le leggende sarde sono dense di storia è fascino: la Sardegna, infatti, è una terra ricca di leggende e miti, e io oggi voglio raccontarvi la leggenda di Torco, ovvero la storia di colui che venne amato dal popolo sardo in quanto difensore delle coste e del mare che incorona questa meravigliosa isola.

Torco era chiamato il “Principe Marinaio”, era figlio del mare e la sua leggenda si colloca in un periodo storico antico, quando il popolo sardo viveva ancora nelle grotte, vestiva con la pelle degli animali cacciati e si cibava di ciò che offriva la natura.

Torco viveva tra questa gente, si era costruito un’imbarcazione fatta di giunchi e canne legate insieme e la sua più grande preoccupazione era difendere la sua amata terra dalla minaccia dei pirati.

I sardi lo amavano perché in lui trovavano una sicurezza, “ruba chi viene dal mare” dicevano.

Da buon navigatore, Torco, un giorno scoprì che la sua isola ricordava molto la forma di un sandalo, per questo motivo decise di chiamarla Ichnusa.

I luoghi in cui si svolge la leggenda

Il Principe del mare era un giovane virgulto che non temeva di dover affrontare ogni giorno nuove sfide a cui il mare lo metteva di fronte.

Troviamo traccia delle sue imprese lungo la costa Gallurese, in particolare nella zona di Cala Moresca, Baia dei Sardi e Punta Falcone.

Questi teatri di battaglie si trovano in uno dei tratti di mare più affascinanti e famosi del mediterraneo, quella che da molti velisti viene e definita “l’università della vela”: Le bocche di Bonifacio.

Qui hanno navigato molti dei più famosi comandanti della storia, tra cui il celebre Ammiraglio Nelson e Napoleone Bonaparte… ma di questi grandi navigatori voglio parlarvi in un’altra occasione.

Santa Teresa di Gallura, con la sua Punta Falcone, è il luogo che più di tutti offre una visuale delle tracce della storia di questo famigerato tratto di mare.

Le imprese di Torco

Secondo la leggenda sarda di Torco, il mare si affollava sempre più di pirati e predoni che minacciavano la sicurezza del suo popolo ma Torco resisteva imbattibile nella difesa del suo mare.

Pur essendo di stirpe divina però, cominciò ad accusare il passare del tempo e gli anni iniziarono a pesare sulle sue spalle bruciate dal sole.

Arrivò il giorno in cui gli aggressori si fecero talmente numerosi e agguerriti, che riuscirono in qualche occasione a sbarcare in alcune delle piccole insenature delle coste di Gallura.

La sfida di Atlante

Atlante veniva dall’Africa ed era il più potente e feroce Re dei pirati del Mar Mediterraneo.

Non era la prima volta che Torco e Atlante si sfidavano e fino a quel momento: era sempre stato il Re africano ad essere sconfitto, ma il giorno in cui suonò per l’ennesima volta l’allarme dalle torri di vedetta, il Principe Marinaio capì che quella sarebbe stata la sfida decisiva.

Atlante partì subito con un grande attacco, mandando avanti le sue navi più forti, ma, nonostante tanta potenza, furono le piccole imbarcazioni comandate da Torco ad avere la meglio per quasi tutta la durata della battaglia.

A tarda sera, però, la più grande tra le navi degli invasori speronò proprio il piccolo giunco su cui navigava l’intrepido Torco.

La barca affondò inesorabilmente, trascinando con sé l’eroe dei sardi, i quali assistendo alla fine del baluardo della loro resistenza si ritrovarono in difficoltà e pareva che la battaglia ormai avesse un vincitore certo

La fine di Torco

Il corpo dell’eroico Principe Marinaio si inabissò lentamente nel buio silenzioso del mare profondo, e venne accolto tra le mani possenti di Nettuno.

Il grandioso Dio del mare accolse delicatamente, tra le sue dita di conchiglia, le spoglie mortali di Torco e le adagiò su un letto di Poseidonia: sembrava davvero giunta la fine.

Nettuno, guardando l’impavido guerriero che tanto si era battuto per la sua terra e il suo mare, decise di ridonargli la vita soffiandogli nelle narici il fiato che lo avrebbe trasformato in un tritone.

Il ritorno di Torco

Torco, rinvigorito di nuova vita, tornò subito in superfice accompagnato dagli altri tritoni del mare per tentare il colpo finale di quella che non poteva accettare fosse una sconfitta.

Ormai, la forte flotta africana guidata dal pirata Atlante sembrava aver avuto la meglio sui marinai sardi.

Fu a quel punto che il branco di Tritoni, guidati dalla determinazione di Torco, circondarono le navi pirata e con impetuosi colpi di coda scatenarono una tale burrasca che le imponenti imbarcazioni del nemico vennero travolte e affondate dalla potenza del mare.

La storia di Torco diventa leggenda

Torco, non poté mai più tornare umano e rimase per sempre una creatura marina.

Ancora oggi, quando il mare delle bocche di Bonifacio si fa impetuoso, si pensa che sia proprio lui che dal profondo del mare risalga ad accertarsi e a mettere in guardia i sardi dai vecchi e dai nuovi pirati in arrivo.

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