Il faro di Razzoli

Faro Di Punta Scorso, Sardegna.

Cenni Storici sulla nascita dei fari in Sardegna

Un tempo i fari non esistevano ancora e non c’era altro che il buio della notte ad avvolgere le scure sagome delle isole e degli scogli dell’Arcipelago della Maddalena. Fu soltanto nella metà del XIII secolo che alcuni uomini religiosi ed eremiti appiccarono fuochi lungo la costa della Sardegna per dare un ausilio visibile ai naviganti tra gli insidiosi passaggi vicino la costa.

 

Formazione di servizi e strutture per la navigazione in Sardegna

All’epoca dell’annessione della Sardegna al regno sardo-piemontese i viaggi e i trasporti marittimi divennero più frequenti, dai piccoli velieri che impiegavano moltissimo tempo a raggiungere dalla Sardegna Genova e Cagliari e viceversa, si passò, nel 1835, al primo piroscafo con propulsione meccanica. Si trattava del regio battello “la Gulnara”. Con questo salto tecnologico fù possibile collegare le coste sardeal continente in poco meno di 40 ore. nel 1861, quando ci fu la promulgazione del regno d’Italia si rese necessario fornire la Sardegna di diversi servizi con collegamenti da e per la Corsica, Palermo, Napoli, Livorno e Civitavecchia.

 

La costruzione dei primi fari e porti in Sardegna

Questa crescita dei trasporti marittimi e più in generale della navigazione nelle acque della Sardegna, richiese un adeguamento delle strutture portuali. Per questa ragione, vennero ristrutturati, costruiti e rimodernati alcuni porti della Sardegna come quelli di Cagliari, Porto Torres, Alghero e Carloforte. 

Tra le conseguenze di maggiore impatto e utilità legate a un tale sviluppo ci fu la costruzione, nel XIX secolo, di grandi fari lungo la costa della Sardegna consentendo così ai marinai di individuare più facilmente la rotta.

Il Faro di Razzoli

Quello che per primo illuminò le scure notti dell’Arcipelago della Maddalena fu il faro di Razzoli finito di costruire nel 1843.

Questo imponente faro si trova sulla “Punta Maestro” dell’isola di Razzoli.

Escursione al faro di Razzoli

Il bellissimo faro di Razzoli può essere raggiunto a piedi per essere visitato. Infatti, lasciando Jannu, la nostra barca a vela, alla fonda nella bellissima cala lunga sull’isola di Razzoli e servendoci del nostro Tender si riesce, con estrema facilità, a sbarcare a terra.

Non appena arrivati, nel piccolo molo di cemento costruito per consentire l’approvvigionamento di viveri per i guardiani e combustibile per alimentare il Faro, si viene immediatamente travolti dal profumo della macchia mediterranea e del famoso mirto di Sardegna.

 

Dopo pochi passi, nella spiaggia di “cala dei morti”, si trova una tomba sulla quale si raccontano due storie: alcuni credono si tratti del corpo sepolto di una donna, figlia di uno dei guardiani del faro di Razzoli, che morì dando alla luce un bambino sulla banchina. Si narra che le grida udibili in tutta l’isola siano emesse dal suo fantasma in cerca di pace. Noi sappiamo invece che i versi sono emessi da una specie di uccello presente in tutto l’Arcipelago della Maddalena di nome Deomedea. L’altra storia invece parla di due sfortunati uomini che navigavano a bordo della Semmillante, una nave francese che il 15 febbraio del 1855 venne travolta da una violentissima tempesta nelle acque antistanti l’isola di lavezzi nelle Bocche di Bonifacio. 

Percorrendo il sentiero, lungo circa un chilometro, ci si trova di fronte all’imponente faro. Da questa prospettiva si apre davanti a noi uno spettacolare panorama: è possibile infatti osservare le isole di Lavezzi, Cavallò e la costa di Capo Pertusato nella parte più meridionale della Corsica, con la sua bianca ed inconfondibile falesia che si affaccia sulle blue e profonde acque delle bocche di Bonifacio.



El faro se levanta sobre el roquedo de la punta de Roncadoira, a 80 sobre el nivel del mar.

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